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La (costosa) presunzione dell’essere i più bravi

Qualcuno conosce l’esclusivo club dei Mensa? Si tratta di un ristretto gruppo di persone; per accedere bisogna far parte di quel 2% della popolazione mondiale dotata di un Quoziente d’Intelligenza più alto. Negli Stati Uniti, consapevoli della loro intelligenza, hanno cominciato a confrontarsi con gli investimenti finanziari, pensando di far meglio dei gestori o, addirittura, far meglio dei mercati. Il risultato è stato che dopo 15 anni hanno fatto molto peggio dell’indice S&P 500, sottoperformando l’indice di quasi il 13% all’anno. Uno dei membri racconta di essere partito con un investimento iniziale di 5.300$, diventati dopo 15 anni 9.300$. Un investimento simile nell’indice S&P500 avrebbe prodotto nello stesso periodo un risultato di 300mila dollari. Anche loro sono stai traditi da un eccesso di sicurezza. Questa atteggiamento è documentato dagli psicologi: “gli esseri umani tendono a sopravvalutare le loro capacità e prospettive di successo”. In particolare da chi investe in singoli titoli, obbligazioni o fondi confidando nelle proprie capacità. La cosa migliore sarebbe dividere i propri soldi in diversi fondi e non ascoltare più le notizie economiche-finanziarie.

Cosa ci insegna questa storia? Come dice più volte nel suo libro Benjamin Graham: “Se vuoi vedere la più grande minaccia per il tuo futuro finanziario, vai a casa e guardati allo specchio”. Con questo credo non ci sia niente altro da dire se non di pensarci un po’  quando crediamo erroneamente di saperne più di chiunque altro. 

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Costruisci o pianti?

“Gli uomini si dividono in quelli che costruiscono e quelli che piantano. I costruttori concludono il loro lavoro e, presto o tardi, sono colti dalla noia.
Quelli che piantano sono soggetti a piogge o tempeste, ma il giardino non cesserà mai di crescere”.

Mercati

Post Muto

Oggi un post muto, solo con dei grafici per far comprendere cosa vuol dire “cogliere le opportunità” e cosa vuol dire che “il mercato azionario è il meccanismo più efficiente per trasferire ricchezza dalle persone impazienti alle persone pazienti” (Warren Buffet).

Buona riflessione.

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Eredità: decidi tu o lasci decidere allo Stato?

Oggi parlerò di un argomento che probabilmente scatenerà in molti di voi la corsa ad oggetti o gesti apotropaici: parlerò del passaggio generazionale o, detta in maniera semplice, del dopo di noi. Siamo un popolo di Santi, navigatori, poeti e superstiziosi, ed è per questo motivo che l’argomento è tabù. Invece è qualcosa che dovremmo trattare con largo anticipo, perchè se non lo facciamo noi lo fa lo Stato e molte volte le cose si complicano, sia dal punto di vista economico e sia dal punto di vista personale. Se avete voglia andate su Google e cercate le vicende legate all’eredità contesa di Lucio Dalla o quella di Pavarotti; allora se non vogliamo lasciare problemi alle persone che amiamo, abbiamo l’obbligo di pensarci prima. Io divido le persone in due categorie: chi deve NECESSARIAMENTE farlo, e chi deve farlo. Nella prima categoria entrano di diritto chi ha figli minorenni, chi è titolare di una azienda, chi è sposato senza figli, chi ha figli ma non è sposato. Nella seconda tutti gli altri. Il motivo è duplice: in alcuni casi rientrerebbero di diritto nella successione persone di “troppo”; in altri si scatena la II Guerra Mondiale (avete già fatto questa esperienza?). La legge distingue gli eredi tra legittimari e legittimi. I primi sono quelli che non si possono in nessuna maniera escludere dalla successione (coniuge, figli, genitori); i secondi sono i nostri eredi fino al VI grado di parentela (fratelli, sorelle, zii, nipoti, cugini, ecc.); in alcuni casi il secondo gruppo si trova coinvolto nella divisione dell’eredità, anche contro il volere della persona che non c’è più. Come fare affinché le cose vadano come vorremmo? Basta un foglio di carta, una penna e scrivere le nostre volontà avendo cura di riportare il luogo e la data. Stop,  Facile.it (come direbbe un mio amico) e senza nessun costo. Le conseguenze del non farlo, non riusciamo ad immaginarle ma io vi consiglio di approfondire. Di seguito trovate le tabelle (fonte Kleros) delle quote di legittima e di quella disponibile (non ve ne ho parlato, ma se vi interessa contattatemi non posso svelare tutto ora), e quella degli eredi legittimi. Prevenire e meglio che… rimpiangere.

 

 

 

Patrimoniale si Patrimoniale no

Sempre più frequentemente la domanda che mi viene fatta è se metteranno una patrimoniale e cosa ne penso di questa eventualità.
Il mio pensiero conta poco, quello che conta sono i numeri e analizzare ciò che i nostri politici dicono. L’Italia è un Paese solido? Il debito pubblico è sostenibile?
Dopo questa crisi, il nostro debito non sarà per niente sostenibile senza riforme strutturali, senza aiuti dall’esterno o senza mettere le mani in tasca a chi detiene la ricchezza.
Come, quando e in che forma avverrà, è un incognita. Sarà con un prelievo dai conti fatto di notte e con effetto retroattivo (Amato docet), o convertendo i nostri TFR in titoli di Stato, o in altro ancora, non lo so.
Una cosa è certa: la ricchezza privata è la garanzia di salvezza dell’enorme debito pubblico. Non ci credete? Date una occhiata a questi numeri.

 

Pianificare per tempo…

L’altro giorno mi soffermavo a pensare che sono più di 30 anni che lavoro in banca. Se all’epoca della mia assunzione avessi cominciato a risparmiare con un piccolo piano d’accumulo da 100 euro mensili mi ritroverei oggi, a fronte di un capitale versato di 36.000 euro, un capitale di 123.153 euro. Non male per una formichina.