navigatore

A volte si confonde…

…il futuro con l’imprevisto, ma…
il primo dipende dalle scelte di oggi,
il secondo le metterà alla prova.
Oppure…
indovinare con pianificare:
il primo richiede una sfera di cristallo,
il secondo una strategia.
Se si deve andare in un “luogo” diverso da dove si è, spesso si usa il navigatore.
Questo non ti eviterà una eventuale deviazione, o la pioggia…
ma controllare prima se i pneumatici sono lisci, è di certo una buona strategia…
“Nella Vita non puoi controllare gli imprevisti, ma puoi prepararti al meglio per affrontarli” (Tim Cook – CEO di Apple)
#pianificazioneFinanziaria
Grazie all’amico Piero Laterza per la riflessione
Futuro

Il Futuro questo sconosciuto

La visione che abbiamo del futuro è influenzata da come viviamo il nostro presente. In questo periodo sembra che ci abbiano portato via la fiducia, le prospettive di crescita, il futuro. Viviamo in una spirale di notizie negative: disoccupazione, figli che gravano sul bilancio familiare, mancanza di prospettive; e poi la politica con i dazi commerciali sulla Cina, i tweet di Trump. Tutto questo ci fa vivere in un costante clima di insicurezza, e visto che le emozioni di oggi sono negative, proiettiamo il tutto anche sul nostro futuro. La nostra mente è programmata per amplificare le cose negative, ma se ci fermiamo un attimo a riflettere, probabilmente riusciremo a vedere le cose come sono in realtà. A livello mondiale nel 1990 i poveri erano 1,8 miliardi contro una popolazione totale di circa 5,5 miliardi. Oggi i poveri sono 778 milioni contro una popolazione di 7,7 miliardi. Nel 2030 saranno 300 milioni contro i quasi 9 miliardi che saremo. Dal 1990 ad oggi la vita media è aumentata di circa 8 anni, e questo grazie alle migliori condizioni di vita, alle scoperte nel campo della medicina. Probabilmente il futuro non sarà così buio. Io mi occupo di risparmi e patrimoni privati, quei risparmi di cui noi italiani siamo campioni del mondo per accumulazione, ma sono risparmi che negli ultimi anni non sono più remunerati, e questo non possiamo permettercelo. Il nostro futuro, la nostra pensione, la protezione, il futuro dei nostri figli, l’assistenza alle persone anziane, impongono delle scelte oggi. Il futuro ci chiederà il conto più avanti. Se non facciamo le scelte giuste oggi, quando quel giorno arriverà, non saremo in grado di affrontarlo. I nostri progetti di vita, meritano attenzione.

Libertà2

Libertà: cosa fare delle nostre Vite

Buongiorno, oggi voglio parlare di un argomento che potrebbe non avere un collegamento con la mia professione. Voglio parlarvi della Libertà. Quello che mi ha spinto a fare questa breve riflessione è la visione della mappa dei paesi liberi nel mondo che vedete qui: su 195 Paesi solo in 86 c’è libertà, in 59 la libertà è parziale, in 50 c’è assoluta mancanza di libertà. Se poi l’attenzione la spostiamo non sui Paesi, ma sul numero della popolazione, le cifre sono molto più impressionanti.
Libertà un termine di cui facciamo ampio (ab)USO. Basta dare un colpo d’occhi ai colori di questo planisfero per comprendere come noi si sia stati fortunati a nascere dove siamo nati e di come ci sia tantissima gente per cui il termine Liberta’ rappresenti solo una speranza o un’utopia.
Riflettiamoci, quando diamo per scontato il fatto che, alzandoci ogni mattina, siamo liberi di: pensare, agire, scegliere, vivere la Vita che vogliamo. E allora viviamola dandole importanza, perché la Libertà’ non è qualcosa che ci capita soltanto, ma è “qualcosa che possiamo anche volere”, l’importante quindi è dargli valore, dargli il più alto valore possibile. Non sprechiamo le nostre vite di libertà…
Buona giornata.

Natalità

Riflessioni da futuro pensionato (forse)

Oggi voglio concentrarmi su due numeri: 1,32 e 42. Sono due numeretti che dovrebbero farci seriamente riflettere se vogliamo affrontare il nostro futuro serenamente. Il primo dato è il numero medio di figli per donna (o per coppia), il secondo è l’età media degli italiani. La riflessione immediata che mi viene da fare è che siamo un Paese per vecchi. Se questi dati li uniamo al termine “retirement” (che letteralmente vuol dire pensione, ma in realtà sta ad indicare il periodo della vita in cui ci si ritira dal lavoro e si entra in una fase nuova con nuovi bisogni), la situazione diventa preoccupante.
L’innalzamento della vita media e la scarsa propensione a fare figli, sta creando un serio problema previdenziale, che rischia di far saltare i vari sistemi pensionistici. In tutto il mondo occidentale se ne parla, tranne che nella nostra Penisola. Eppure la situazione è così seria che bisognerebbe parlarne come si parla di una catastrofe. Alcuni studi sulla longevità dicono che circa la metà dei nati nel 2007, vivranno oltre i 100 anni. La nostra vita media si è allungata, ma contemporaneamente sono diminuite in maniera drastica le nascite.

A questo punto la domanda è: chi pagherà la nostra pensione? Non facciamo troppo affidamento su i nostri risparmi. Mercer, che è il più grosso istituto di ricerca previdenziale, ha già lanciato un allarme: 8 persone su 10 vivranno più a lungo dei propri risparmi e delle proprie pensioni, eppure in Italia continuiamo a tenere i soldi investiti sul conto corrente… A questo punto è giusto chiedersi se ne vale la pena vivere più a lungo se l’ultima parte della nostra vita dovrà essere una vita di stenti. Forse pensandoci per tempo potremmo ovviare a questo problema.

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Previsioni per il 2019 di Babbo Natale e la Befana

Visto il periodo oggi voglio parlarvi di Babbo Natale e la Befana e di come, soprattutto in questo periodo dell’anno, questi personaggi facciano previsioni sull’andamento dei mercati finanziari e su come investire i nostri soldi. Dite che sto scherzando? Che forse è meglio non dar retta a queste previsioni? Eppure ci sono tante persone che, nel mondo della finanza, ancora ci credono.
Vi posso assicurare che in questo periodo ci sono tanti Esperti di Finanza che fanno le previsioni.
Il dollaro salirà, lo spread aumenterà, la borsa scenderà, i tassi aumenteranno. Di sicura Babbo Natale sarebbe più credibile. Non la pensate allo stesso modo? Allora andate a rivedervi le previsioni degli “esperti” fatte alla fine del 2017, ma anche alla fine del 2016, 2015… , tanto con internet è facilissimo, e poi confrontatele con l’andamento reale.

Vi state già meravigliando e state sorridendo? Oltre a sorridere, riflettete. Riflettete sul fatto che non c’è possibilità di prevedere l’andamento dei mercati, e che la gestione dei nostri sudati risparmi, non può essere fatta in base a scommesse o previsioni. Io sto cercando la sfera di cristallo, ma purtroppo non si trova facilmente. Forse meglio affidarsi ad una sana pianificazione, fissando i nostri obiettivi.

Buon anno a tutti.

 

p.s. per questo articolo mi sono ispirato liberamente a quello dell’amico Leopoldo Gasbarro, giornalista di TGcom.

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Chi ha paura dello Spread

In questi giorni mi è tornata in mente una vecchia storiella sentita circa 7 anni fa. Un consultente incontra una sua cliente  e chiede: “Signora come va?”. La vecchietta gli risponde: “Va tutto male, poi con questo spread che va male ancora peggio”. “Ma signora cos’è lo spread?”, “Ah non lo so, ma siccome sento che va male, allora penso che va male anche per me”. Ecco in questo giorni, così come nel 2011 alla vigilia del governo Monti, parlare di spread è tornato di moda, spesso anche in maniera errata. Innanzitutto partiamo dal significato usando il dizionario inglese-italiano: spread vuol dire, tra i vari significati, allargamento o, come diremmo noi in italiano “parlato”, differenza. Ecco lo spread è la differenza tra due valori. Nel nostro caso lo spread di cui parliamo è quello che misura la differenza tra il rendimento di un Bund a 10 anni (titolo di stato tedesco), ed il nostro Btp a 10 anni, cioè quanto rende in più il nostro titolo di stato rispetto a quello tedesco. Un aumento di tale differenza può avvenire per due motivi: o perchè scende il rendimento di quello tedesco o perchè aumenta il rendimento di quello italiano (in aritmetica diremmo o aumenta il minuendo, o diminuisce il sottraendo). Lo spread però è anche un indice che esprime  il grado di affidabilità, vera o presunta, di uno Stato: più alti sono gli interessi che si pagano, meno ci si fida, più aumenta lo spread. Nel corso degli ultimi 8 anni abbiamo visto lo spread innalzarsi fino a 575 punti (ho ancora impresso il titolo de Il Sole 24ore del 10 novembre 2011), e scendere sotto i 100 bp. Probabilmente il rialzo di questi giorni è legato ad un fattore prettamente politico, non necessariamente negativo per ciò che potrebbe essere. I mercati normalmente non gradiscono l’incertezza. Quando c’è incertezza c’è molto nervosismo e la volatilità aumenta. Prova ne è che proprio oggi, quando in teoria un esecutivo meno “ostile” all’Europa potrebbe vedere la luce, i mercati sono negativi e lo spread continua a salire (mentre scrivo il FTSE MIB per oltre il 2% e lo spread è a quota 232). Dobbiamo star male anche noi come la vecchietta della storiella iniziale? La risposta è ovviamente no se il nostro portafoglio è ben diversificato. E’ una fase di mercato che ovviamente passerà. Prendendo in prestito una battuta di un vecchio film mi viene da dire: “è il mercato bellezza”.

Msci World

Buona performance buoni guadagni?

Spesso mi capita che  la prima domanda che mi fanno nuovi amici a cui dico di cosa mi occupo è: qual’è il prodotto migliore per guadagnare? Un po’ come capita quando si incontra un medico a cui subito chiediamo un parere su qualche nostro sintomo. In realtà  tutti siamo alla ricerca del prodotto migliore, quello che ha  la migliore performance e perciò quello che mi fa guadagnare. L’assioma è: un investimento che guadagna molto, mi farà guadagnare molto.

Purtroppo questo non corrisponde a realtà, soprattutto perché si usano i verbi nel modo sbagliato. Un prodotto non ha un buon guadagno, ma ha avuto un buon guadagno. Quindi non è detto che investendo oggi, io possa avere lo stesso risultato del passato. Il perchè è presto detto: i mercati per loro natura oscillano (si parte da 100 poi diventano 150, poi tornano a 90 poi vanno a 200…e così via). Durante queste oscillazioni ci sono persone che comprano quando il mercato è a 150, pensando di fare una buona cosa, per poi vendere quando vedono che torna a 90, prese dal panico; altre che entrano sempre a 150, a 90 tengono i nervi saldi e poi si ritrovano a 200; altri ancora che, quando vedono che il loro investimento è sceso a 90 decidono di acquistare ancora. Stesso prodotto, guadagni-perdite differenti. Allora prima di fare delle scelte è bene tenere a mente alcune semplici regole:

  • non si può vedere il futuro usando lo specchietto retrovisore (le performance passate non devono essere il motivo per cui si investe;
  • la nostra emotività influenza i nostri rendimenti (comprare o vendere in base all’euforia o alla paura non porta a nulla);
  • farsi aiutare a fare una corretta pianificazione patrimoniale può fare la differenza.

 

Alla prossima riflessione.

 

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Risparmi, i tempi sono cambiati

Riusciremo a garantire lo stesso tenore di vita a noi e ai nostri figli in futuro? Rispetto al passato il mondo è cambiato. Entrare nel mondo del lavoro era più facile, mentre oggi il livello di disoccupazione giovanile è doppio rispetto al resto d’Europa. Il primo effetto immediato è che i giovani avranno bisogno sempre di più di essere assistiti dai genitori. E le pensioni? Sempre più forte è la convinzione che la pensione non sarà più garantita. In passato la capacità di risparmiare era sicuramente maggiore, sia perché lo stile di vita era diverso, e sia perché ciò che veniva accantonato aveva rendimenti molto più elevati. Bastava investire in un prodotto tranquillo al 7% e il capitale raddoppiava in sette anni, e triplicava in 11! Purtroppo questo moltiplicatore del proprio capitale non esiste più e bisognerà guardare ad altre forme di risparmio, che dovranno contemplare l’investimento nell’economia reale, ai mercati azionari. Per fare questo in maniera seria occorre principalmente diversificare, ma secondo un’indagine della Consob è emerso che noi italiani non siamo bravi a farlo, così come non sappiamo che i tassi ormai sono negativi e che per gestire i propri risparmi occorre affidarsi ad un consulente finanziario e non all’amico o all’amico dell’amico. Bisogna riprogrammare il nostro modo di gestire i nostri risparmi, anche perché allo 0,30% per raddoppiare il capitale occorreranno circa 200 anni.

FINANZA-ECONOMIA-E-MERCATI-02

Buone vacanze, ma…

Complice questo caldo opprimente, che come ogni anno a detta dei telegiornali è il caldo record del secolo, siamo pronti con maschere e pinne per partire per le nostre care vacanze. Vorremmo far andare in ferie anche i nostri soldi, ma purtroppo non è possibile perché i mercati, come ben sappiamo, lavorano giorno e notte su tutta la sfera terrestre. Non possiamo sperare in un rallentamento dell’attività finanziaria a livello globale perché, vorrei ricordare a chi lo ignora, che in Cina le vacanze sono o a Febbraio o ad Ottobre, in India sparse durante l’anno,  in Germania le scuole dei vari Land chiudono a scaglioni per evitare un affollamento nei mesi estivi.

A questo punto facciamo un paio di considerazioni su cosa è successo fino ad ora e cosa potrebbe accadere. I mercati azionari viaggiano intorno ai massimi, il nostro Ftse Mib è a + 26%, il Dax tedesco +15%, l’obbligazionario ha rendimenti prossimi allo zero, per cui i prezzi delle obbligazioni sono ai massimi. Un mondo fantastico dunque. Per formazione non sono abituato a vedere le cose solo da una prospettiva, ancora meno quando la prospettiva è eccessivamente positiva. Qualche nube all’orizzonte c’è… La Cina non lascia dormire sonni tranquilli, il suo Pil non viaggia più a due cifre ma ad un modesto (?!?) 6/7%, l’Europa ha dimostrato tutta la sua inconsistenza con la crisi greca, e i conflitti sparsi per il mondo preoccupano un p0′. Questo non vuol dire che la fine è vicina, solo che ci dovremo abituare a delle oscillazioni dei mercati frequenti, vendite dovute a paure improvvise seguite da acquisti euforici, che non faranno altro che aumentare la volatilità. Il consiglio balneare è sempre quello di mantenere la barra dritta del  timone dei nostri investimenti finanziari, ricordando sempre a noi stessi perché abbiamo fatto alcune scelte ben diversificate e, come sempre, approfittare dei momenti di calo per aumentare un pochino la nostra propensione al rischio.

Possiamo andare tranquilli a fare le nostre immersioni nei mari splendidi della nostra Puglia? (un po’ di campanilismo serve sempre). Io direi di si se la pianificazione è stata fatta consapevoli degli obiettivi personali.

A questo punto non mi resta che augurarvi di godere a pieno di questo periodo di relax pronti per una nuova stagione sull’otto volante dei mercati finanziari.

p.s. scherzavo quando dicevo che ero pronto con maschera e pinne, in realtà io vado in un posto un po’ più fresco…